COMUNICATO STAMPA

La Notte Chigiana della Musica Mediterranea

Sabato 4 ottobre il concerto dei Maestri di Reshaping the Tradition 2025

Musiche del Mediterraneo orientale tra memoria viva, dialogo e nuovi orizzonti sonori

 

Siena, 1 ottobre 2025 Sabato 4 ottobre alle ore 21:00 il Salone dei Concerti di Palazzo Chigi Saracini ospita un nuovo, attesissimo appuntamento con la musica modale del Mediterraneo orientale. L’Accademia Chigiana presenta, con ingresso libero, il concerto dei Maestri di Reshaping the Tradition, il ciclo internazionale di seminari giunto quest’anno alla sua sesta edizione, in corso nelle sale di Palazzo Chigi Saracini dal 30 settembre al 4 ottobre.

 

Con Reshaping the Tradition l’Accademia Chigiana si conferma luogo di incontro tra culture, lingue e tradizioni artistiche, riaffermando il valore della musica come strumento di dialogo, scambio e consapevolezza in un tempo segnato da conflitti e divisioni. Data la situazione internazionale in cui l’umanità è ferita da guerre che ci riguardano ormai direttamente, non si poteva affrontare il tema della cultura mediterranea che tutti ci unisce intorno alle rive del mare nostrum ignorando la immane tragedia in corso proprio sulla sponda orientale. Per questo l’edizione 2025, con le parole del grande poeta palestinese Mahmoud Darwish, è dedicata “a chi ha perso il diritto di parlare”, e si collega idealmente all’iniziativa dell’Università per Stranieri di Siena che lunedì 6 ottobre conferirà la laurea honoris causa alla scrittrice e architetta Suad Amiri, con l’intento di testimoniare una sinergia nell’impegno delle istituzioni culturali cittadine come la Chigiana e le due Università per tenere alta l’attenzione sull’urgenza dell’attualità.

 

Il concerto del 4 ottobre alle 21:00 vedrà sul palco musicisti di altissimo profilo attivi nella ricerca, nella trasmissione e nel rinnovamento delle tradizioni musicali: Derya Türkan, celebre virtuoso del kemençe; Bijan Chemirani, percussionista che coniuga la tradizione persiana dello zarb e dei tamburi a cornice con esperienze che attraversano i generi; Martha Mavroidi, creativa cantante e compositrice sia come solista sia con formazioni polifoniche; Evgenios Voulgaris, tra i maggiori interpreti e teorici del linguaggio modale dell’area mediterranea; Ciro Montanari, tablista italiano fra i migliori attivi in Europa. L’ensemble si esibisce con il coordinamento e la direzione di Peppe Frana, oud e rabab afgano, musicista ormai noto al pubblico internazionale come interprete di rilievo tanto della musica strumentale medioevale, quanto della tradizione classica mediorientale, con importanti partecipazioni anche in altri territori, fra cui quelle con Vinicio Capossela e Françoise Atlan.

Il programma del concerto alterna composizioni originali a brani provenienti dalle tradizioni musicali del Mediterraneo orientale, passando per le raffinate architetture sonore delle corti ottomane, il repertorio urbano e popolare, fino a momenti di improvvisazione. Una tessitura musicale che unisce memoria e ricerca, in cui la tradizione si manifesta come un linguaggio in continua evoluzione, vivo e attuale. Il rapporto tra maestro e allievo emerge così non come semplice trasmissione, ma come un processo creativo, aperto e profondamente radicato nel presente.

 

I Workshop sulla musica modale contemporanea dal Mediterraneo Orientale di “Reshaping the Tradition” 2025 si svolgeranno a Siena dal 30 settembre al 4 ottobre presso l’Accademia Musicale Chigiana, e coinvolgeranno un gruppo eterogeneo di più di 40 studenti provenienti da numerosi paesi, a conferma della vocazione internazionale del progetto. Tutti i giorni, dal 1 al 4 ottobre, dalle 19:00, gli studenti si esibiranno nel cortile di Palazzo Chigi Saracini, nel consueto aperitivo musicale del ChigianArtCafè.

 

“Reshaping the Tradition” è un progetto a cura di Stefano Jacoviello, realizzato dall’Accademia Musicale Chigiana con la consulenza di Labyrinth Italia, e in collaborazione con ISMEO – Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente. Il progetto si ispira all’esperienza del Labyrinth Musical Workshop, fondato da Ross Daly a Creta, e ne condivide la visione: abbattere confini reali o immaginari, offrendo alla tradizione musicale un terreno fertile per rinnovarsi nel presente.

 

Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti. Si consiglia la prenotazione a biglietteria@chigiana.org

 

Info: www.chigiana.org

 

 

BIOGRAFIE

 

Derya Türkan è un maestro del kemençe (classico strumento ad arco turco a tre corde). Grande conoscitore del repertorio della musica classica ottomana, va incontro ad altri stili musicali usando la sua esperienza di improvvisatore.

Türkan è nato a Istanbul, in Turchia, nel 1973. È cresciuto in una famiglia di musicisti e le sue prime lezioni di musica sono state impartite dal noto violoncellista turco Firat Kiziltug. Dal 1984 al 1994, Türkan ha frequentato e si è laureato presso il Conservatorio di Musica Turco, Dipartimento di Educazione agli Strumenti dell’Università Tecnica di Istanbul, dove ha studiato kemençe con Ihsan Oezgen. Nel 1990 è stato invitato a far parte dell’Istanbul National Turkish Music Ensemble del Ministero della Cultura turco, diretto da Necdet Yasar. 

Nel 1991 Türkan è entrato a far parte della Radio Televisione Turca (TRT), divisione Radio Istanbul. Nel 2000 è diventato dipendente fisso della TRT. Ha avuto l’opportunità di esibirsi al fianco di maestri come Alaeddin Yavasca, Bekir Sidki Sezgin, Niyazi Sayin, Erol Deran, Mutlu Torun, Inci Cayirli e Yavuz Ozustun. Durante questo periodo si è esibito in molti concerti in ambito nazionale e internazionale con gruppi noti come il Necdet Yasar Ensemble e l’Anatolia Ensemble di Ihsan Oezgen.

Türkan ha tenuto numerosi concerti negli Stati Uniti, in Francia, Germania, Finlandia, Italia, Spagna, Olanda, Belgio, Polonia, Grecia, Israele e in molti altri Paesi. In particolare, si è esibito e ha tenuto seminari sia sulla costa orientale che su quella occidentale degli Stati Uniti in Università come il MIT, Harvard e UC Santa Cruz, oltre al New England Conservatory.

 

Bijan Chemirani ha iniziato ad apprendere la musica dal padre, il leggendario Djamchid Chemirani, che lo ha introdotto alla ricchezza della cultura persiana, alla poesia sufi, al canto classico e al repertorio radif (le antiche melodie persiane tramandate per generazioni da maestro ad allievo). Bijan si è dedicato dapprima al kamancheh (uno strumento ad arco a 4 corde della tradizione persiana), poi al pianoforte e alla fisarmonica, prima di tornare allo zarb. Ha studiato lo zarb con il padre e in trio con il fratello maggiore, Keyvan. In seguito ha scoperto altri strumenti a percussione, come il bendir, il riqq e l’udu, e ha sviluppato una passione per il rock, il rap e i grandi cantanti iraniani.

Vivendo a Marsiglia, Bijan è in stretto contatto con le culture del Mediterraneo e con quella occitana. Si esibisce in concerti e incide con musicisti come Ross Daly, Dariush Talai, Ballaké Sissoko, Jean Guihen Queyras, Sylvain Luc, Sting, Socrates Sinopoulos, Serge Teyssot Gai, Renaud Garcia Fons e molti altri. Ha anche imparato a suonare il repertorio kamancheh iraniano con Cyrus Rangbar. All’età di ventidue anni ha registrato il suo primo album, “Gulistan, jardin des roses”, ad Atene e Marsiglia, con Ross Daly.

Nel 2007, con la sorella Maryam e la cantante greca Maria Simoglou, Harris Lambrakis (flauto ney), Kevin Seddiki (chitarra) e Pierlò Bertolino (ghironda), ha formato il gruppo Oneira, il cui primo album, “Si La Mar”, è stato pubblicato nel marzo 2009, seguito dal secondo “Tâle Yâd”nel 2012. 

Oltre ad esibirsi con gli Oneira, Bijan Chemirani trova il tempo di suonare con il Trio Chemirani, il trio Lopez-Petrakis-Chemirani, il progetto Forabandit, che lo riunisce con Sam Karpienia (ex cantante del gruppo marsigliese Dupain) e il musicista turco Ulaş Özdemir, e di lavorare a progetti discografici solisti.

 

Eugenios Voulgaris ha iniziato a studiare musica bizantina nel 1985. Dal 1992 si occupa dell’interpretazione degli stili musicali orientali. Ha studiato in Grecia con Christos Tsiamoulis e a Istanbul con Fahrettin Cimenli e Murat Aydemir. Ha inoltre partecipato a numerosi seminari di Labyrinth a Houdetsi, dedicati all’oud, al rebab, alla composizione e orchestrazione.

Dal 1992 è supervisore della Scuola di strumenti tradizionali della Diocesi di Ilia a Pyrgos e Amaliada. Ha insegnato presso il Conservatorio Municipale di Patrasso come responsabile del Dipartimento di Musica Greca. Dal marzo 2005 insegna oud, yaili tambour, organologia e ensemble presso l’Istituto Tecnologico Educativo dell’Epiro, dove ha fondato il Laboratorio di Musica Orientale nel Dipartimento di Musica Popolare e Tradizionale in collaborazione con Marco Skoulios, Toli Tsardaka e Pano Poulos.

Si esibisce in Grecia e all’estero, partecipando a numerose sessioni di registrazione in solo, con il suo gruppo Romioi, e con altri gruppi e artisti.

La sua attività compositiva comprende musiche per spettacoli teatrali e l’opera “The message of the prince” (insieme a Christos Galanopoulos). Nel 2006, sotto gli auspici del Dipartimento di Musica Popolare e Tradizionale (TEI dell’Epiro), è stata pubblicata una raccolta di 200 canzoni del repertorio della musica rebetiko del periodo fra le due guerre mondiali, trascritte nelle modalità della musica orientale (in collaborazione con Vassilis Vantarakis).

 

Martha Mavroidi è una cantante, strumentista e compositrice greca. Il suo album di debutto “The Garden of Rila”, acclamato dalla critica, l’ha consacrata come musicista e cantante folk di primo piano della nuova generazione, oltre che come compositrice e orchestratrice esperta. La straordinaria voce di Martha combina gli ornamenti greci e mediorientali e le sottigliezze microtonali con i ricchi colori del canto bulgaro.

La sua tecnica sulla lafta e sul saz è spesso paragonata alla maestria di grandi artisti del folk e del jazz. Ha realizzato il suo secondo album, “Portaki” con il Martha Mavroidi Trio, formazione con cui ha effettuato tournée in Svezia, Spagna, Francia, Turchia, Cipro e Grecia e si è esibita al Womex Globalkan Scene nel 2012. Lavora costantemente a nuovi progetti, esibendosi anche con il suo quartetto acustico e con diversi ensemble. Compone musica per film e spettacoli di danza. È la direttrice artistica del Tinos World Music Festival.

 

Peppe Frana. Dopo gli inizi alla chitarra elettrica viene folgorato dall’interesse per le musiche modali extraeuropee attraverso la musica di Ross Daly e intraprende lo studio dell’oud turco e di altri cordofoni a plettro durante frequenti viaggi in Grecia e in Turchia, dove frequenta alcuni tra i più rinomati maestri: Yurdal Tokcan, Omer Erdogdular, Murat Aydemir, Daud Khan Sadozai, Ross Daly stesso. Dall‘incontro con i membri dell’Ensemble Micrologus scaturisce l’interesse per la musica del medioevo europeo e per il liuto a plettro, di cui diventa presto uno dei più apprezzati solisti e insegnanti, specializzandosi nel repertorio trecentesco italiano. Dal 2013 al 2015 studia liuto medievale presso la Schola Cantorum Basilensis sotto la guida di Crawford Young. È laureato con lode in filosofia presso l’Istituto Universitario “L’Orientale” di Napoli. Collabora stabilmente con molteplici artisti e progetti musicali nell’ambito della musica antica, orientale ed extracolta e svolge una florida attività concertistica in tutto il mondo. È il direttore artistico di Labyrinth Italia.

 

Ciro Montanari dopo le prime esperienze giovanili come cantante rock in diverse band romagnole, sente una affinità crescente per il mondo musicale orientali. All’età di ventidue anni inizia lo studio delle percussioni indiane (tabla) con l’illustre musicista Pandit Sankha Chatterjee, ex professore alla Rabindra Bharat University di Calcutta (India). Per circa vent’anni vive tra l’Italia e l’India (Calcutta) per imparare con l’approccio tradizionale, in Germania e in Italia per seguire i suoi seminari, presso la “Fondazione Giorgio Cini” di Venezia e attraverso l’Associazione Narada Studio.

Dal 2005 al 2009 ha frequentato i corsi sulle “Tradizioni Musicali Extraeuropee” presso il Conservatorio Arrigo Pedrollo di Vicenza sotto la direzione del M° Federico Sanesi, allievo di Pandit Sankha Chatterjee dal 1980 e dedito da più di trent’anni alla ricerca e all’integrazione di diversi linguaggi musicali, approfondendo la conoscenza della musica classica indostana e acquisendo le abilità tecniche necessarie per poter intraprendere la carriera di
musicista.

Ha lavorato come musicista in Europa, Maghreb, Medio Oriente e India. Ha collaborato a vari progetti artistici e suonato in varie istituzioni accademiche e prestigiosi World Music Festival.

 

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