
COMUNICATO STAMPA
La scomparsa di Pierre Audi
Muore a Pechino a 67 anni uno dei più visionari registi e direttori artistici del mondo musicale contemporaneo
Ospite a Siena nel 2023 per il Convegno del Centenario Chigiano, dal 2019 dirigeva il Festival di Aix en Provence
Siena, 15/05/2025 – L’Accademia Chigiana si unisce al lutto del mondo della cultura e dello spettacolo internazionale per l’improvvisa scomparsa di Pierre Audi, avvenuta a Pechino, all’età di 67 anni.
Nato a Beirut nel 1957, trasferitosi da adolescente a Parigi e poi a Londra per gli studi universitari, la sua biografia giovanile non poteva che offrire le basi a una visione della cultura aperta all’alterità e pronta a prendersi i rischi dell’incontro fra il noto e l’ignoto, con lo spirito inclusivo di chi si spinge ad esplorare soluzioni inedite perché la memoria di quelle esperienze possa apportare trasformazioni efficaci non solo sul proprio lavoro ma sul patrimonio condiviso di conoscenze e creatività di un intero ambiente artistico, il più possibile internazionale.
Celebre regista d’opera e direttore artistico tra i più apprezzati della scena mondiale, con la direzione dell’Almeida Theatre, fondato a Londra nel 1980, Audi ha dato un impulso fondamentale allo sviluppo del linguaggio teatrale contemporaneo, chiamando a collaborare i grandi nomi della scena internazionale come Bob Wilson, Robert Lepage, Peter Brook, Jurij Lubimov. Capace di leggere la storia della musica occidentale come una trasparenza di forme, le sue regie più acclamate vanno dall’ intero ciclo dell’Ring di R. Wagner ai Dialoghi delle Carmelitane di F. Poulenc e Saint François d’Assise di O. Messiaen, da Die Zauberflöte di W.A. Mozart con la direzione musicale di R. Muti, all’Iphigenie en Tauride di C.W. Gluck con M. Minkowski. Ha commissionato nuove opere a compositori come G. Kurtag, A. Schnittke, L. Andriessen, e ha coinvolto nelle produzioni musicali artisti del calibro di Yannis Kounellis, George Baselitz, Anish Kapoor.
Dal 1988 al 2018 Audi ha diretto De Nationale Opera di Amsterdam e dal 2004 al 2014 l’Holland Festival, rivitalizzando in modo significativo la cultura musicale olandese nel segno del dialogo fra generi e culture diverse. Nel 2015 è stato chiamato a New York per dirigere il Park Avenue Armory, uno spazio multidisciplinare dedicato alle arti. Dal 2019 ha poi diretto il Festival di Aix-en-Provence fino ad oggi, dedicando la prossima edizione 2025 al contrasto fra permanenza e metamorfosi, disegnando un programma che mette a confronto Cavalli, Mozart, Verdi con G. Charpentier, Britten, Sivan Eldar and Ganavya Doraiswamy, il jazz e la musica mediterranea.
In Italia lo ricordiamo per le splendide regie del Pelléas et Mélisande di C. Debussy al Teatro dell’Opera di Roma nel 2009, con le scene di A. Kapoor, e di “Finale di partita”, opera di G. Kurtag da T. Beckett al Teatro alla Scala nel 2018.
Dichiara il direttore artistico Nicola Sani: «Ero legato a Pierre Audi da profonda amicizia e da una lunga collaborazione, sia in ambito artistico che nella condivisione di idee e linee di sviluppo organizzativo e manageriale. Dopo la realizzazione della sua meravigliosa produzione del Pelléas et Mélisande quando ero direttore artistico dell’Opera di Roma, ho incontrato Pierre in molte occasioni, rinnovando sempre con lui sintonie e visioni comuni. La sua prospettiva in cui con grande chiarezza proiettava gli sviluppi del teatro d’opera come linguaggio di ricerca e di innovazione verso nuovi orizzonti, la sua profonda conoscenza di tutti i fermenti creativi più interessanti del contesto artistico internazionale, il suo sguardo sereno, con cui riusciva a unire nelle sue regie tensioni e forme espressive diverse in unico arco visivo e narrativo, sono stati sempre per me di grande ispirazione. Molto legato alla Toscana, Pierre Audi è venuto a Siena nel 2023 per partecipare al Convegno annuale della rivista Chigiana International Journal of Musicological Studies dedicato quell’anno alla celebrazione del Centenario delle attività chigiane. In quella occasione ebbe modo di esprimere le forti convergenze della sua visione con le nuove strategie dell’Accademia Chigiana, in favore dell’innovazione nelle produzioni musicali e del sostegno all’impegno dei giovani talenti nella musica e nelle arti performative. È stato bello e significativo averlo avuto con noi quel giorno. La sua scomparsa è una perdita incolmabile per tutta la comunità culturale internazionale e personalmente sento il forte dolore per la perdita improvvisa di un caro amico, che ricordo con immensa gratitudine per le esperienze vissute assieme e con grandissimo affetto».

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