Il Barbiere ritrovato

di Silvia D’Anzelmo

Domani sera alle 21.15 presso il Teatro Rinnovati di Siena il Chigiana International Festival 2019 presenta “Il Barbiere di Siviglia” di Giovanni Paisiello eseguito dagli allievi di canto del Maestro William Matteuzzi.

Tomorrow evening at 9.15 pm at the Teatro dei Rinnovati in Siena the Chigiana International Festival 2019 presents “Il Barbiere di Siviglia” by Giovanni Paisiello performed by the students od Maestro William Matteuzzi

 

Una scelta molto significativa quella di riportare in teatro il Barbiere di Siviglia di Paisiello, dopo che il più famoso factotum di Gioacchino Rossini le ha rubato la scena con il suo riso nevrotico e grottesco. Un capolavoro ingiustamente dimenticato che si presta magnificamente a essere eseguito come opera laboratorio dai giovani cantanti dell’Accademia Chigiana. Il suo carattere è brioso, dinamico, fresco: cattura il pubblico così come diverte gli interpreti.

La versione che ascolteremo domani sera è una riduzione o meglio una revisione dell’opera originale approntata dal maestro concertatore Angelo Michele Errico. Si punta tutto sulla leggerezza riducendo l’orchestra al solo quartetto d’archi con fortepiano presenti direttamente in scena, davanti gli occhi di tutti. A eseguire la parte strumentale saranno i componenti del Bresler Quartet: Maria Diatchenko e Chrystelle Catalano al violino, Maria Kropotkina alla viola e Giovanni Inglese al violoncello. L’opera viene eseguita senza un vero direttore, guidata dal maestro concertatore seduto al fortepiano: una scelta che assottiglia enormemente le distanze con la pratica settecentesca e, al tempo stesso, ne dà una lettura contemporanea. Si lascia, infatti, una grande autonomia e responsabilità ai cantanti che dovranno gestire i loro interventi in maniera quasi autonoma. Un rischio arginato grazie alla preparazione approfondita e curata, che permetterà ai cantanti di mostrare il loro fresco talento. Sulla stessa linea è la regia di Cesare Scarton, assistito da Silvia Alù. Tutto è gestito con grande dinamicità, con spostamenti rapidi dei personaggi lungo tutto il palcoscenico. Nessuno rimane immobile a declamare la sua bell’aria, i cantanti si intrecciano tra loro senza mai fermarsi. La stessa scena non è stata caricata di drappi, scenografie e arredi ma rimane libera, tratteggiata con pochi elementi allusivi. Tutto concorre a sottolineare l’ambiguità tra vero e falso insita nel testo come nella musica di Paisiello.

Il grande compositore della Scuola Napoletana, infatti, nel suo Barbiere ripete quello che è lo schema consueto del giovane amante riamato da una giovane che gli viene contesa dal vecchio brontolone. La conquista della giovane Rosina è condotta dal Conte d’Almaviva come l’assedio a una fortezza inespugnabile, sorvegliata gelosamente dal vecchio don Bartolo. Per arrivare alla sua amata, Almaviva è costretto a mettere in scena vari travestimenti, ognuno dei quali rappresenta un passo in più nella vicinanza alla sua bella. Dalla piazza di Siviglia penetra nel fortino di Bartolo e nel cuore della bella Rosina fino a siglare la sua vittoria con le nozze. Lasciando inalterato il modello di base, tratto dalla commedia omonima di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais, Paisiello veste i personaggi di una musica elegante e raffinata capace di sedurre la corte dell’Imperatrice russa Caterina II, dove l’opera fu eseguita per la prima volta nel 1782.

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Ma il vero protagonista di questo Barbiere non è affatto Figaro (il baritono Giacomo Nanni nella versione chigiana) come accade in Rossini. Non ci sono ancora i tratti del macchinatore attento dell’azione e Figaro somiglia più a un personaggio da Commedia dell’Arte: un Arlecchino o un Pulcinella. Mettendo l’accento sull’aspetto affettuoso dell’opera, il compositore affida il ruolo di vera protagonista a Rosina (la soprano Fiorenza Maione). Musicalmente è lei ad avere la parte più complessa e interessante, capace di passare dal languido lirismo al dispetto irritato arrivando a toccare toni buffi e comici. Dall’altro lato troviamo i suoi due contendenti: il Conte d’Almaviva (il tenore Paolo Mascari) e Don Bartolo (il basso William Hernández). Mentre il primo è caratterizzato come giovane amante di origini nobili, capace però di travestimenti, raggiri e comicità; il precettore ha un aspetto esclusivamente buffo come l’altro vecchio del gruppo, Don Basilio (il basso Carmine Giordano). L’intera opera segue un ritmo brioso e dinamico ma mai assillante come nel Barbiere rossiniano. La sua è una comicità brillante che lascia sulle labbra un sorriso gentile più che nevrotico.

Insomma, un’occasione più unica che rara quella che l’Accademia Chigiana offre non solo ai suoi allievi impegnati nell’allestimento di un’opera rara, ma anche al pubblico che avrà poche altre occasioni di ascoltarla. Perciò, senza altri indugi, vi invitiamo domani sera al Teatro dei Rinnovati per vivere insieme due ore di comica serenità.

 

PAOLO MASCARI Il Conte d’Almaviva tenore
FIORENZA MAIONE* Rosina soprano
WILLIAM HERNÁNDEZ Bartolo basso (buffo)
GIACOMO NANNI Figaro baritono
CARMINE GIORDANO Don Basilio basso (buffo)
JIANGCHEN HEGiovinetto e alcade tenore
MARCO BARBON Lo Svegliato basso
ALESSIO FORTUNE EJIUGWOUn notaro basso

* Allievi del Corso di Canto di WILLIAM MATTEUZZI

BRESLER QUARTET
Maria Diatchenko violino
Chrystelle Catalano violino
Maria Kropotkina viola
Giovanni Inglese violoncello

ANGELO MICHELE ERRICO fortepiano e concertazione
CESARE SCARTON regia
SILVIA ALU’ assistente alla regia
WILLIAM MATTEUZZI docente e coordinatore Progetto Opera Laboratorio