Inspirada na Natureza

Di Federica Ciannella

Venerdì 12 luglio, alle 21.15, il Salone di Palazzo Chigi Saracini ospiterà un nuovo appuntamento per #ChigianaLegends con il Maestro del Violoncello, docente presso l’Accademia, Antonio Meneses, questa volta affiancato dalla pianista trevigiana Monica Cattarossi.

On Friday 12th July, at 9 p.m., the Hall of Palazzo Chigi Saracini will host a new concert of the Chigiana International Festival “Out of Nature” with the Brasilian chellist and Chigiana teacher Antonio Meneses together with the Italian pianist Monica Cattarossi: a journey through universe, nature and human beings.

Dall’origine del cosmo e la sua eternità metafisica al formarsi degli elementi primordiali del mondo, fino a giungere al sorgere dell’espressione umana: dopo aver raccontato la natura e il rapporto che nei secoli l’uomo ha intrattenuto con essa (si pensi alla Pastorale di Beethoven nel concerto inaugurale della stagione e alla centralità del tema ecologico nel concerto Your Ocean, My Ocean di Mari Kimura), Out of Nature volge ora lo sguardo alla storia del cosmo ripercorrendo, attraverso alcune importanti opere della letteratura cameristica, le grandi tappe della sua creazione. Antonio Meneses e Monica Cattarossi disegnano così insieme un programma variegato che, da Bach a Villa-Lobos e Padilha, passando per Janàcek, si dispiega lungo una estesa linea temporale.

In principio era l’armonia universale del cosmo:

Sin dagli albori, l’uomo si è sempre servito del suono quale strumento per accedere all’inattingibile. Fu la scuola pitagorica nel VI secolo a.C. ad elaborare il concetto di armonia delle sfere, intendendo i numeri come principio ed essenza di tutte le cose, astrazione di qualità e principi che collegano il mondo fisico con l’universo; quest’ultimo era inteso come ordinato secondo precise proporzioni matematiche e la cultura tedesca tardo-barocca recuperò questa concezione in modo esemplare soprattutto attraverso l’opera bachiana. Padre indiscusso della tradizione musicale occidentale, J. S. Bach si richiamò, nella sua opera, all’antica mistica numerologica pitagorica sull’armonia delle sfere (si pensi all’Arte della Fuga), mosso dalla volontà di creare una trasposizione terrena della musica cosmica originaria. Le sue opere sono quindi sostenute da una solida architettura dispiegata nel tempo (così Goethe pensava in generale alla musica), magistrale intreccio polifonico delle voci fino a creare edifici sonori sorretti da un forte principio aritmetico. Così, a dare inizio a questo metaforico svolgersi della storia cosmica sarà un omaggio alla tradizione bachiana con la Terza Sonata per viola da gamba e clavicembalo, composta da J. S. Bach, probabilmente a Lipsia tra gli anni 30 e 40 del XVIII secolo, che i due musicisti eseguiranno per l’Accademia Chigiana nella veste moderna con violoncello e pianoforte.

 

Monica-Cattarossi

 

Inspirada na Natureza enquanto principio gerador de tudo (Ispirato alla Natura in quanto principio generatore del tutto)

Con questo sottotitolo descrittivo del Portrait I “Physis”(Natureza: Movimento e Transformação), il brasiliano Marco Padilha introduce la composizione dedicata al Maestro Meneses che verrà eseguito in prima esecuzione mondiale. Articolata in tre tempi, Natureza ci propone un affresco dei tre grandi stadi della nascita della vita sulla Terra: “In principio era l’Acqua” (I. Primis Aquis) intitola il primo movimento, caratterizzato, come suggerisce la pianista Monica Cattarossi, da «sonorità fortemente onomatopeiche, volte a riprodurre l’elemento acquatico, con il pianoforte nelle regioni più gravi che crea sonorità permanenti in qualche modo indistinte, molto cupe»; a seguire, nel secondo movimento, il costituirsi della vita sulla terra (II. Vita Est Extructa) e infine, con il terzo e ultimo movimento, la luce eterna (III. Lux Aeterna), andando così a completare il ciclo di nascita vita e morte del divenire che trae origine dalla concezione eraclitea della realtà come infinito scorrere di mutamento e trasformazione, cui l’opera del compositore brasiliano è dichiaratamente ispirata.

E poi il Logos…

Con Pohadka di Leos Janàcek, per violoncello e pianoforte, approdiamo finalmente all’espressione umana, sia questa verbale o artistica, per tre ragioni fondamentali. Nella sua prima versione (1910) questa breve composizione cameristica infatti si richiamava programmaticamente ad un poema epico in versi del poeta russo Vasilij Andreevic Zukovskij (1783 – 1852). La seconda versione del 1923, quella definitiva, abbandona invece ogni intento programmatico adottando il titolo più neutrale di Racconto-Fiaba, ponendo dunque al centro il Logos inteso come dispiegamento razionale di un racconto che funge da appiglio compositivo dell’opera; oltre a ciò, com’è noto, il compositore ceco era solito mutuare i valori melodico-ritmici della musica non tanto dal canto quanto dagli elementi prosodici del linguaggio parlato, specificatamente di quello delle regioni dell’Est europeo da cui proveniva. L’ultimo elemento in cui emerge questa forte presenza umana ed espressiva è invece legato ai due strumenti e alle loro desuete modalità di interazione: è come se il pianoforte cominciasse una storia e il violoncello fosse un interlocutore, e viceversa, mancando quindi un vero e proprio dialogo imitativo.

Antonio-Meneses.-Foto-Alice-Rodrigues

 

Questo percorso si chiuderà con la Sonata per violoncello e pianoforte n. 2 op. 66 di Villa-Lobos, una felice integrazione dell’elemento naturalistico con l’espressione umana: la voce del violoncello è la voce della natura, di un canto molto intimo alle volte anche molto passionale, che dialoga con echi di danze e ritmi tipici del Sud America. Dietro le tradizionali indicazioni di tempo- “allegro moderato”, “allegro cantabile”, “scherzo”, “scherzo-allegro scherzando” e “allegro- vivace sostenuto” – si nasconde un universo musicalmente più popolare legato ai mondi della danza e della canzone in un continuo richiamo ad elementi della natura quali, per esempio, la pioggia battente e gli elementi fluviali riprodotti dal pianoforte nello scherzo.

Un lungo viaggio che parte da molto lontano, dalle origini del cosmo agli echi di canti popolari, attraverso l’armonia bachiana e i colori del Brasile e della Moravia. La Natura che si forma, che forma, e dà vita a tutte le cose, raccontata anche nel suo eterno dialogo con il mondo celeste a cui l’uomo, non potendolo vedere, ha sempre aspirato.