Dusk Chorus: suoni al crepuscolo della Terra

di Eleonora Paolin

David Monacchi presenta il film nel programma di Out of Nature

‘Ritratti acustici’ di un paesaggio sonoro minacciato

 

Il termine ecologia richiama subito alla mente tematiche ambientaliste che soprattutto oggigiorno non possono rimanere in sordina. Se parliamo però di ecologia acustica o sonora, il concetto risulta forse più sfuggevole: le nostre orecchie assuefatte all’inquinamento del paesaggio sonoro non sono in grado di percepire quanto l’antropizzazione abbia sconvolto l’equilibrio naturale.

Ma se avessimo invece la possibilità di addentrarci in luoghi ancora non intaccati dall’impatto umano, se ci potessimo sedere e ascoltare l’universo sonoro “perfetto” che racchiudono? È questo interrogativo che ha spinto il compositore David Monacchi alla ricerca dei suoni di questi luoghi incontaminati e sperduti, ossia le foreste primarie, ricchissime dal punto di vista della biodiversità e importanti per la conservazione di un patrimonio di interesse non soltanto biologico-scientifico ma anche musicale.

«Sempre più insistentemente ho iniziato a pensare che avrei dovuto fare qualcosa di utile con la mia professione in uno scenario che cominciava a percepirsi serio e devastante e che contemplava deforestazione, cambiamenti climatici e riduzione drammatica degli habitat della biodiversità».

Dalle pagine del suo libro “L’arca dei suoni originari” emerge l’immagine di Monacchi come uno studioso-Noè che preserva le specie animali e vegetali salvandole sulla propria arca immaginaria, imprimendole nella memoria collettiva attraverso registrazioni accuratissime, definite ‘ritratti acustici’. L’idea è quella di fissare questa eredità sonora frutto di milioni di anni di evoluzione per poterla preservare e studiare, in quanto la deforestazione e i cambiamenti climatici incidono fortemente anche su di essa, cancellando spietatamente giorno per giorno ciò che la natura ha sapientemente costruito e equilibrato in modo stupefacente. Si tratta per l’appunto di sistemi acustici estremamente bilanciati che coinvolgono centinaia di specie di insetti, anfibi, uccelli e mammiferi i quali producono una vera e propria ecosinfonia: una struttura che a livello frequenziale e temporale risulta essere un sistema ordinato in sé e all’interno dei cicli circadiani di ventiquattro ore. Monacchi parla infatti di biofonie e geofonie che vengono registrate rispettando lo spazio sonoro originario dando all’ascoltatore la possibilità di immergersi in quell’habitat primordiale.

Il titolo del pluripremiato docu-film “Dusk Chorus” (2017) fa riferimento al coro del crepuscolo, un momento particolarmente denso dal punto di vista sonoro – e quindi anche esperienziale – che corrisponde «al graduale momento di passaggio che sta tra il giorno e la notte» (come spiega Monacchi nella conferenza per TEDxVicenza). Il film nasce all’interno del progetto interdisciplinare Fragments of Extinction al quale Monacchi lavora da circa vent’anni, nell’intento di tenere traccia di questa sorta di “firma o impronta acustica dell’evoluzione” – come la definisce lui stesso – studiandola e archiviandola, e allo stesso tempo denunciando attivamente una situazione a dir poco sconcertante: è la “catastrofe più silenziosa dei nostri tempi, la sesta estinzione di massa”. Monacchi vuol dare voce a chi o cosa una voce in realtà la possiede, ma inascoltata. Infatti siamo proprio noi a dimenticare troppe volte che, come ogni altro essere vivente, siamo pure noi “out of nature”, ossia provenienti dalla natura, nonché parte di essa.

Appuntamento l’8 agosto alle ore 21.15 al Cineforum Alessandro VII, Piazza dell’Abbadia.

INGRESSO LIBERO

Dusk Chorus – Official trailer_documentary 2017 from Fragments of Extinction on Vimeo.