La Chigiana in streaming e dal vivo, verso una grande estate di musica
APRILE / MAGGIO 2021
Care amiche e cari amici,
in vista di un’estate in cui si profila l’auspicato ritorno alla musica dal vivo in presenza di pubblico con un Festival denso di eventi, che presenteremo nelle prossime settimane, l’Accademia Chigiana è orgogliosa di annunciare un ampio calendario di nuove produzioni video, realizzate nei suggestivi interni di Palazzo Chigi Saracini con la partecipazione di grandi artisti e giovani talenti chigiani. I concerti saranno disponibili gratuitamente su Chigiana Digital previa iscrizione.
A presto su Chigiana Digital,
Nicola Sani, Direttore Artistico, Accademia Musicale Chigiana
DIRECTOR’S PICK
Nicola Sani, direttore artistico dell’Accademia Chigiana
Il meglio delle stagioni musicali in Europa e nel mondo
a cura di Nicola Sani direttore artistico dell’Accademia Chigiana:
I miei TOP 3 sul web:
1. KLAIPEDA STATE MUSIC THEATRE – L’olandese volante di Richard Wagner
2. “Imaginary Death” e “Est!” due opere di Ivan Fedele per violoncello e orchestra da camera al teatro Petruzzelli di Bari
LA CHIGIANA IN ITALIA
CONCERTI online su CHIGIANA DIGITAL
L’Accademia Chigiana conclude le celebrazioni legate al 250simo anniversario della nascita di Ludwig van Beethoven (1770-1827), iniziate nel 2020 e interrotte dalla diffusione della pandemia con la trasmissione di 11 concerti esclusivi tramite la piattaforma Chigiana Digital.
Il calendario degli appuntamenti presenta 7 concerti dedicati al progetto Roll Over Beethoven, che prende il titolo dall’omonima canzone di Chuck Berry, portata al successo dai Beatles e altri eventi dedicati al grande repertorio e al teatro musicale. Con Roll Over Beethoven l’Accademia Chigiana affida l’interpretazione delle grandi pagine beethoveniane ai suoi migliori talenti. Il progetto è realizzato con il sostegno del MiC e della SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea”, nato per promuovere attività svolte da giovani autori, artisti, interpreti ed esecutori di età non superiore ai 35 anni e residenti in Italia.
La rassegna online si apre e si conclude con 4 concerti dedicati ai quartetti per archi di Beethoven, affidati al Quartetto Indaco (7 e 14 maggio) e al Quartetto Adorno (29 e 30 giugno). Il programma presenta inoltre una scelta significativa di sonate per pianoforte, violino e violoncello, che vedono protagonisti la violoncellista Erica Piccotti (venerdì 4 giugno insieme alla pianista Monica Cattarossi), la pianista Vanessa Benelli Mosell (11 giugno) e il violinista Giuseppe Gibboni (insieme alla pianista Stefania Redaelli venerdì 28 maggio).
Inoltre con Costantino Mastroprimiano viaggiamo nell’epoca d’oro del fortepiano (21 maggio) con un concerto dedicato alla musica di Schubert, Haydn e Mozart interpretata su tre magnifici strumenti in uso al tempo di Beethoven.
Oltre ai concerti dedicati alla musica di Beethoven presentiamo 3 eventi speciali:
Martedì 25 maggio. è dedicato all’azione scenica Terribile e spaventosa storia del Principe di Venosa e della bella Maria di Salvatore Sciarrino. Si tratta di un prezioso documento d’archivio dell’Accademia Chigiana che presenta la prima esecuzione assoluta dell’opera, avvenuta il 10 luglio 1999 a Siena con I Pupi Siciliani di Mimmo Cuticchio, Lost Cloud Quartet, sassofoni, Jonathan Faralli, percussioni e Amii Stewart, voce.
Martedì 1°giugno. The Multidimensional World of the Clarinet è un’occasione unica per vivere l’atmosfera Klezmer su ritmi rock, funk, dance con uno dei massimi esponenti e innovatori mondiali di questo genere. Da non perdere!
Venerdì 18 giugno. L’omaggio al narratore del Novecento Federigo Tozzi in un filmato introdotto da Riccardo Castellana e realizzato da Silvia Folchi e Stefano Jacoviello in collaborazione con il Comune di Siena che unisce la musica di Grieg, Casella, Chopin e Puccini (Guglielmo Pianigiani, pianoforte) a passi letterari tra i più significativi di Federigo Tozzi, letti da Angelo Romagnoli.
I concerti da camera per il ciclo Roll Over Beethoven sono girati all’interno delle meravigliose stanze di Palazzo Chigi Saracini in una mirabile sintesi di immagini e suoni.
Calendario
Il progetto Roll over Beethoven gode del sostegno del MiC e della SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea”
Quartetto Indaco
Quartetto Adorno
Costantino Mastroprimiano, fortepiano
Giuseppe Gibboni, violino
Erica Piccotti, violoncello
Vanessa Benelli Mosell, pianoforte
David Krakauer, clarinetto
TALENTI CHIGIANI
LA CHIGIANA NEL MONDO
a cura di Antonio Artese
Chigiana Global Academy Programs
C-GAP OPEN DAYS 2021
Avviato nel 2018 il CHIGIANA GLOBAL ACADEMY PROGRAM (C-GAP), insieme al Festival Primavera Chigiana, espande l’attività e l’offerta del Chigiana International Festival & Summer Academy, proponendo una serie di corsi a livello universitario durante tutto l’arco dell’anno.
Ideato e coordinato da Antonio Artese, Doctor of Musical Arts (DMA), pianista ed esperto in programmi universitari all’estero, il C-GAP offre un programma di studi primaverile e autunnale, rispettivamente di 6 e 12 settimane.
In occasione degli OPEN DAYS la Chigiana invita tutti gli interessati a conoscere in dettaglio la proposta didattica e culturale del programma C-GAP e apre le porte per una visita virtuale del Palazzo Chigi Saracini, con le sue splendide sale-pinacoteca e le bellezze ospitate nella residenza del Conte Guido Chigi Saracini, patrimonio dell’arte figurativa e musicale dell’Accademia.
I tre giorni di visita virtuale, dedicata principalmente agli studenti internazionali, si svolgerà interamente a distanza e prevede incontri con i docenti, masterclasses tematiche su repertori solistici e di musica da camera e presentazioni dei corsi accademici di storia della musica (con focus sul Barocco Italiano), di storia dell’arte rinascimentale e di lingua italiana per musicisti. Agli studenti provenienti da tutto il mondo verranno inoltre proposti tour virtuali per visitare Piazza del Campo, il Duomo di Siena e il Museo di Santa Maria della Scala.
Il C-GAP accoglie un numero di circa 30 giovani musicisti internazionali “undergraduate” dai 18 ai 22 anni, che desiderano trascorrere un periodo della loro formazione accademica in Italia, seguendo corsi di strumento, musica da camera, storia della musica e lingua italiana. Il programma si articola sul modello universitario anglosassone con docenti provenienti da prestigiose università statunitensi, quali UC Los Angeles, Yale University, University of Michigan Ann Arbor, Princeton, Southern Methodist University, University of Colorado at Boulder e University of Southern California, partners accademici con cui l’Accademia Chigiana negli ultimi anni ha allacciato rapporti istituzionali di rilievo.
Dopo il successo delle edizioni svolte nel 2018 e 2019 il C-GAP ripartirà con grande entusiasmo e rinnovata energia nell’estate del 2022, in seguito alla pausa forzata dettata dall’emergenza pandemica mondiale, con un nuovo programma incentrato su corsi di pratica strumentale, musica d’insieme, composizione e un innovativo corso di storia della musica con approfondimento sulla musica di A. Vivaldi, A. Corelli e la famiglia Scarlatti, che vedrà i migliori studiosi americani esperti di Barocco Italiano alternarsi nell’insegnamento presso l’Accademia Chigiana di Siena.
L’accesso agli OPEN DAYS è gratuito per tutti gli amici della Chigiana, previa registrazione sul portale Chigiana Digital.
Vi aspettiamo online!
C-GAP OPEN DAYS
Dal 3 al 5 giugno dalle ore 17 alle ore 20 (CEST)
Calendario e iscrizioni,
disponibile dall’11 maggio 2021
www.digital.chigiana.org/open-days
LETTERE D’ARCHIVIO
a cura di Cesare Mancini
Il Settecento a Siena
«Il Settecento questo (s)conosciuto!» sembra aver pensato il conte Guido Chigi Saracini quando decise di dedicarsi alla promozione e alla tutela della musica durante quell’irripetibile fase creativa, che avrebbe condotto alla fondazione dell’Accademia Chigiana.
Tutti conoscono l’amore del Conte per la musica del passato. Un amore che avrebbe tuttavia prodotto i suoi frutti migliori grazie al contatto con la musica del presente: il conte, infatti, raccontò che l’idea dell’organizzazione delle prime edizioni delle Settimane Musicali Senesi, dedicate ai grandi musicisti italiani dell’epoca barocca, gli era balenata nel 1928 durante il festival della Società Internazionale di Musica Contemporanea, nel quale accanto a opere composte secoli prima venivano eseguite musiche di autori viventi in prima assoluta.
In questa edizione di “Lettere d’archivio” si parla, quindi, di Settecento per due motivi, quello appena citato, risalente al 1932, anno di fondazione dell’Accademia e un secondo, attuale, legato alla collaborazione in atto tra la Chigiana e l’emittente televisiva Canale Tre Toscana per la produzione di alcuni servizi che trattano di musica all’interno dell’ampio progetto sviluppato su questo tema da Luca Virgili.
Una grande varietà di testimonianze sul Settecento musicale è offerta, come si può immaginare, dalla Biblioteca dell’Accademia, costituita da Guido Chigi nell’intento di dare testimonianza a tutte le realtà e a tutte le civiltà sonore, dove il Secolo dei Lumi è ampiamente rappresentato. Eccone alcuni esempi: tra i pregevolissimi documenti settecenteschi manoscritti o a stampa, vero simbolo è l’edizione originale delle Sonate per violino e basso continuo op. V di Arcangelo Corelli (1700), che non solo inaugurano emblematicamente il secolo, ma costituiscono l’edizione maggiormente ristampata e diffusa di tutto il Settecento: esemplare atto di nascita della tecnica classica del violino. Altro simbolo, stavolta sul piano teorico, sono i due trattati di Jean-Philippe Rameau Traité de l’harmonie (1722) e Nouveau systême de Musique Theorique (1726): altro atto di nascita, stavolta dell’armonia, intesa in senso moderno e spiegata su nuove basi scientifiche.
Tanto le Sonate di Corelli quanto i trattati di Rameau sono in attesa di restauro, come un’altra perla settecentesca: gli Offertori a due voci di Paolo Benedetto Bellinzani, uno dei testi di riferimento nella didattica di allora.
Ma interi fondi chigiani traboccano di documenti settecenteschi: il Fondo Novello Gigliucci, appartenuto alla celebre cantante Clara Novello, ricco di composizioni vocali tra le quali spiccano i 13 Duetti di Haendel pubblicati a Londra nel 1770 circa; ancora il fondo allestito da Giacomo Chigi, antenato del Conte e violinista dilettante, che raccoglie ben 338 volumi dedicati alla musica da camera di autori universalmente noti quali Haydn o Mozart, oltre decine di musicisti singolari, tra cui il senese Francesco Ceracchini e nomi internazionali ancora tutti da scoprire, quali Josef von Cratska.
CHIGIANA ALUMNI
a cura di Anna Passarini
Intervista al Quartetto Adorno, una delle migliori formazioni della nuova generazione
1- I tre brani musicali che ti hanno fatto innamorare della musica.
Danilo: È un compito davvero arduo quello di scegliere tra i tanti pezzi che, in un modo o nell’altro, credo abbiano plasmato in me il gusto, la sensibilità e anche un certo modo di guardare al mondo. Dovendo addivenire ad una sintesi sceglierei in primis il Triplo concerto di Beethoven op.56. Questo pezzo è, nei miei ricordi, quello che ha rappresentato davvero una svolta nel mio rapporto con la musica. Avevo 8 o 9 anni e ricordo che fino ad allora studiavo un po’ il pianoforte senza alcun obiettivo particolare. È, ancora oggi, del tutto nitida nella mente quell’incredibile serie di emozioni che erano la prova dell’amore che, grazie a quell’ascolto, cresceva impetuosamente per la musica. Un amore che mi avrebbe condotto, peraltro quasi immediatamente, alla ricerca di uno strumento e dunque allo studio del violoncello. Il secondo concerto di Brahms per pianoforte op.83, solo pochi anni dopo è stato il brano che mi ha toccato profondamente ed accompagnato per moltissimo tempo. Quell’opera straordinaria, nell’intimo, sembrava come concedermi un canale per sentirmi più vicino a mio padre, pianista e insegnante. Infine, lungo la strada che mi ha condotto fin qui, l’incontro con Schubert è quello che con più limpidezza mi ha svelato i motivi per cui siamo qui ora, a suonare insieme. Il quartetto n.13 “Rosamunde” ad esempio, riesce sempre a trascinare tanto nell’abisso dello sconforto quanto nel luogo elevato dalla più pura tenerezza. Emozioni così tanto autentiche e potenti da farci stringere ogni volta, esecutori ed ascoltatori insieme, come in un accogliente abbraccio di ritrovata umanità.
2- Da dove nasce l’amore per la musica da camera?
Edoardo: È un ricordo molto vivido: ero andato a cercare alcuni dischi di violinisti del primo novecento (Mischa Elman, Fritz Kreisler…) alla storica Bottega Discantica a Milano; si poteva ascoltare solo ciò che trovavi fisicamente, l’ascolto digitale era ancora lontano a venire, sembra passato un secolo…per caso catturò la mia attenzione un cofanetto con gli ultimi di Beethoven del Quartetto Busch che portai a casa. L’emozione del primo ascolto del tempo lento dell’op.135 mi accompagna da allora e rimarrà per sempre come ideale di tutta la mia ricerca musicale.
Quartetto Adorno – Edoardo Zosi e Liù Pelliciari, violini – Danilo Squitieri, violoncello – Benedetta Bucci, viola
3- Oltre a essere violinista, sei docente di Musica da Camera. Qual è l’ingrediente segreto del suonare bene insieme?
Liù: Sono convinta che l’ingrediente segreto del suonare bene insieme sia condividere lo stesso sogno: ci deve essere lo stesso amore per quello che si sta facendo e sentendo che si sta facendo quello che più si ama e lo si sta creando insieme, in quel momento nasce la vera magia della musica da camera.
4- Come riesci a condividere la musica che interpreti con i tuoi coetanei, anche fuori dall’ambiente professionale?
Benedetta: La musica fa parte della mia vita da sempre e condividerla dentro e fuori dal palcoscenico è sempre stata per me la cosa più bella e naturale. Oggi disponiamo dei mezzi tecnologici più disparati, che se usati in maniera intelligente, possono diventare un mezzo di divulgazione potentissimo per avvicinare le giovani generazioni al mondo della musica classica, da loro spesso considerato lontanissimo e inavvicinabile. In riferimento a ciò credo che sia molto esplicativo un pensiero di Adorno al quale sono molto legata: “Non si tratta di conservare il passato, ma di realizzare le sue speranze”.
5- Che cosa apprezzi dei maestri con cui hai studiato?
Edoardo: sicuramente l’insegnamento di Accardo più importante è stato per me l’approccio rigoroso al testo musicale: un equilibrio di logica e pragmatismo affinché il violino diventi veramente “strumento” per qualcosa che va oltre.
Liù: Di Accardo apprezzo la lucidità e l’intelligenza nell’affrontare uno spartito, la cura dei dettagli per cercare la vera anima del brano. Gli devo tanto, mi ha dato la chiave per uscire da un momento buio della mia storia con il violino.
Benedetta: in Accademia Chigiana ho avuto la fortuna di incontrare Bruno Giuranna e ho trascorso con lui alcuni tra gli anni più importanti della mia formazione. È un musicista dalla profonda conoscenza musicale che è capace di trasmettere ai suoi allievi con amore e rigore. Devo moltissimo ai suoi insegnamenti ed è grazie a lui che ho imparato a non dare nulla per scontato in ciò che si suona, sia dal punto di vista prettamente tecnico e strumentale, che musicale e interpretativo.
Danilo: Posso considerarmi un violoncellista fortunato. Ho potuto conoscere alcuni dei più grandi insegnanti e violoncellisti di sempre nel mio percorso formativo. In questo senso l’Accademia Chigiana ha avuto per me un ruolo fondamentale. Mi ha dato l’opportunità di entrare in contatto con Antonio Meneses. Di lui si rischia sempre che le parole non siano sufficienti a descriverne il genio, insieme del violoncellista e dell’insegnante. C’è un elemento però che, più di ogni altro, mi colpì in quei giorni di lezione indimenticabili. La sua capacità incredibile di centrare immediatamente il problema di chiunque vi si trovasse davanti. Questa è senz’altro una dote tra le più importanti di un insegnante. La sensibilità e la capacità di ascoltare ed entrare in connessione con i propri studenti. Allo stesso modo, penso, questa è anche la “conditio sine qua non” perché si possa diventare grandi interpreti come lui.
6- Qual è il repertorio che ami di più? Descrivilo con 3 aggettivi.
Liù: Sicuramente il repertorio che amo di più è la musica di Beethoven e non solo in quartetto, ma nella sua totalità. Un grande amore ho poi anche per Schubert, Brahms, Šostakovič…ammetto che mi innamoro di quasi tutto quello che mi trovo a studiare ed eseguire con il mio quartetto: recentemente infatti anche il secondo quintetto con pianoforte di Fauré è entrato nel mio Olimpo Musicale.
I tre aggettivi con cui descriverei il repertorio di quartetto sono: esaltante, totalizzante, ultraterreno.
7- Fare musica al tempo del Covid: pro e contro.
Benedetta: La profonda crisi sanitaria che stiamo vivendo ormai da più di un anno ha colpito moltissimi settori e aspetti della vita quotidiana di ognuno di noi. Credo di parlare a nome di tutti i miei colleghi musicisti dicendo che l’impossibilità di suonare davanti ad un pubblico è stata una tra le mancanze più difficili da affrontare. Avere avuto la possibilità di registrare concerti o svolgere dirette streaming di buona qualità e con i migliori mezzi tecnologici ci ha comunque permesso in parte di continuare a lavorare e condividere musica con il pubblico. Ad ogni modo tutto questo non potrà mai sostituire la magia dell’esecuzione dal vivo con il contatto diretto del pubblico e attendiamo con ansia il momento in cui potremo nuovamente tornare nelle sale da concerto.
8- Avete tenuto concerti in Italia e all’estero. La città/il Paese più “musicale” in cui siete stati?
Danilo: Il primo Paese che mi verrebbe in mente è proprio il nostro. Piuttosto però che di Paese mi pare interessante indagare quanto una cultura e una lingua differenti possano incidere sulla “musicalità” stessa di un popolo.
Heidegger definisce il linguaggio “la casa dell’essere” e la lingua madre la fonte della nostra precomprensione del mondo. La lingua influenza dunque il pensiero stesso e, di conseguenza, l’atto compositivo che è fondato sulla musicalità di chi compone e incide sulla musicalità di chi ascolta. Il fatto che la lingua italiana sia una lingua di grande ricchezza timbrica e varietà espressiva ha certamente aperto la strada a certe forme compositive particolari come l’Opera e, allo stesso modo, sono convinto influenzi il nostro modo di sentire ciò che ascoltiamo e così anche la nostra musicalità. In conclusione, direi che la musicalità dei diversi Paesi è influenzata, in qualche misura, dalle diverse matrici linguistiche. Sarebbe interessante scoprire se e come funzioni un meccanismo di questo tipo. Questo ci permetterebbe idealmente di arricchire l’esperienza e la capacità di ascolto di ogni popolo con quella di tutti gli altri in una reciproca e sempre più profonda integrazione.
9- Racconta la tua esperienza all’Accademia Musicale Chigiana.
Edoardo: momenti bellissimi, aspettavo l’estate per il mese di agosto senese. I ricordi più belli sono prima di tutto personali: proprio a Siena è nato l’amore con mia moglie Liù, che ricordi travolgenti! E poi i momenti incredibili di lavoro di musica da camera con Bruno Giuranna: qualsiasi brano di musica io stia affrontando, c’è sempre un particolare che mi ricorda il suo modo unico di suonare e a cui con affetto mi ispiro. Con Benedetta ci strizziamo l’occhio e ci diciamo: questo è un omaggio a BG!
Liù: degli studi all’Accademia Musicale Chigiana appartengono tra i ricordi più belli della mia vita: non solo per le lezioni, quello che ho imparato e i concerti stupendi in formazioni da camera, ma anche per i bei momenti trascorsi con i miei amici della classe del Maestro Accardo e inoltre, a coronare tutto questo, l’incontro con l’amore della mia vita, mio marito Edoardo. I nostri primi momenti sono stati proprio a Siena.
Benedetta: la mia vita musicale è nata all’interno delle mura dell’Accademia Chigiana quando a 5 anni ho iniziato, sotto la guida del Maestro Ceccanti, a suonare il violino con il metodo Suzuki. Ho ricordi bellissimi delle mie prime lezioni e dei saggi nel Salone dei Concerti. È grazie alla stagione “Micat in Vertice” che fin da piccola ho assistito ai concerti dei più grandi interpreti, che mi hanno fatto appassionare e avvicinare ancora di più allo studio della musica. Sono poi tornata in Accademia per perfezionarmi con Giuranna durante i corsi estivi, anni fondamentali della mia formazione musicale. Recentemente io e il mio quartetto abbiamo avuto la possibilità di tenere concerti in Chigiana e per me è sempre una grande emozione tornare a suonare negli stessi luoghi di quando ero bambina.
Danilo: La mia esperienza in Chigiana nasce nell’estate 2005. In quegli anni vivevo stabilmente a Basilea per ragioni di studio. Tornai in Italia per i corsi e arrivare a Siena fu come trovarsi catapultati nel bello. Nella splendida cornice di una delle città più belle del mondo e del meraviglioso palazzo Chigi-Saracini puoi anche ritrovarti a fare una delle esperienze più importanti della tua vita musicale. Così andò per me, che fui ammesso nella classe del M° Antonio Meneses. Da lui ebbi alcune delle lezioni più belle della mia vita.
Di lì a pochi mesi ci sarebbero stati alcuni dei concorsi di violoncello più importanti al mondo e il livello dei partecipanti al corso fu quindi molto elevato. Questo mi permise di ascoltare le lezioni di violoncellisti straordinari. Basterebbe questo per imprimere nella memoria quel momento come tra i più significativi dei miei studi. Devo però aggiungere che il ricordo positivo si estende a tutta l’organizzazione, che rese quell’esperienza ancora più eccezionale.
10- Prossimi progetti?
Edoardo: Abbiamo tanti bei progetti all’orizzonte. In questo momento stiamo registrando dei video con quintetti di Boccherini insieme a solisti importanti come Andrea Oliva, Francesco di Rosa, Enrico Bronzi, Giampaolo Bandini e quartetti di Beethoven che saranno trasmessi sul sito dell’Istituto italiano di cultura di New York dove andremo a suonare l’anno prossimo.
Poi stiamo andando avanti con le varie integrali di Beethoven, in luglio registreremo un cd con il quartetto di Franck e a inizio del prossimo anno un altro con l’ottetto di Enescu, uno dei brani più impressionanti della musica da camera. Collaboreremo ancora con il pianista Louis Lortie, che consideriamo davvero un genio. Abbiamo già suonato con lui il secondo quintetto di Fauré e suoneremo il primo quintetto a Milano in Sala Verdi. Poi speriamo di recuperare un poco dei viaggi all’estero che erano fissati l’anno scorso: America, Inghilterra, Austria, Germania…
ALUMNI ON STAGE
a cura di Anna Passarini
ALESSANDRA NOVAGA, chitarrista e compositrice sarà ospite nella VII edizione del Chigiana International Festival and Summer Academy 2021 ritornando a Siena dopo dieci anni di intensa attività concertistica e incisioni discografiche sia in Italia che all’estero. Allieva del chitarrista Oscar Ghiglia presso l’Accademia Musicale Chigiana e la Musikhochschule di Basilea, ha trascorso molti anni nell’ambito classico prima della svolta che l’ha portata a esplorare e a frequentare i territori della sperimentazione, della composizione e dell’improvvisazione ridisegnando così il suo rapporto con il suono e la performance. Sempre più orientata verso la chitarra elettrica collabora con compositori che creano per lei un repertorio di suoni e gesti nuovi.
Molto interessata al teatro, opera una ricerca anche in questa direzione creando partiture musicali strettamente legate al testo e alla recitazione collaborando principalmente con Elena Russo Arman, del Teatro dell’Elfo e con la compagnia Phoebe Zeitgeist.
È la prima e unica chitarrista in Italia a suonare l’integrale di John Zorn – The Book of Heads per chitarra sola e oggetti, suonando su 5 strumenti diversi: due chitarre elettriche, una acustica una chitarra resofonica e una chitarra classica.
Tra le sue collaborazioni passate e correnti, particolarmente significative quelle con gli artisti Elliott Sharp, che l’ha invitata a registrare un suo brano per la collana da lui prodotta I never Metaguitar III, Stefano Pilia, Andrea Centazzo, Massimo Falascone, Gianni Mimmo, Patrizia Oliva.
In solo ha pubblicato Movimenti Lunari (Blume), La Chambre des jeux sonores, Fassbinder Wunderkammer (Setola di Maiale) e I Should Have Been a Gardener (Die Schachtel).